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Ciao, ti do il benvenuto nel blog di Contabili Online per affrontare questa volta un argomento la cui conoscenza è fondamentale per ogni imprenditore ma, come ti motiverò in seguito, è utile che conosca, o” ripassi”, anche chi decide di collaborare con me.
In questo articolo vedremo cos’è il Bilancio d’esercizio, ne analizzeremo le componenti e impareremo a leggere gli elementi che ne fanno parte, in modo da arrivare, a fine lettura, ad avere perlomeno le informazioni base.
Probabilmente tu, potenziale 😊 collaboratore ti domanderai “ma a me cosa serve? Ho studiato queste cose per anni”.
Eh, sì, hai ragione.
Però, come ho scritto in un altro articolo di questo blog, il settore in cui opero e, soprattutto le modalità che ho scelto per portare il mio Studio Commerciale fuori da 4 pareti, necessita anche di collaboratori non tecnici che, naturalmente, per sentirsi maggiormente coinvolti e parte dello staff, devono conoscere la mia azienda (ossia uno studio commerciale) e ciò di cui tratta: la Contabilità Controllata Mensile e la Pianificazione Fiscale, due pilastri che si fondano su un concetto di base: il Bilancio CEE da inviare in Camera di Commercio.
Leggere un bilancio può inizialmente risultare complesso, ma, come vedrai proseguendo la lettura, è molto utile perché osservando i dati che riporta si possono ricavare informazioni utili riguardo ad una S.r.l., come viene gestita e il suo stato di salute.
Inizio subito col dire che il Bilancio d’esercizio è un documento unico formato da due componenti distinte che, tuttavia, sono correlate tra loro:
- lo Stato patrimoniale
- il Conto economico
Procediamo, ora, con ordine, cercando prima di capire cosa significa bilancio CEE, cos’è lo Stato patrimoniale di una S.r.l. portando esempi semplici e, dopo, proseguiremo analizzando il Conto Economico.
Cos’è il bilancio CEE da inviare in Camera di Commercio?
Il bilancio definito “CEE” è il bilancio che devono depositare le S.r.l. in Camera di Commercio per rendere pubblici i dati che queste ottengono in un determinato esercizio d’imposta.
Le S.r.l. hanno il vantaggio di garantire la protezione patrimoniale agli imprenditori, ma di contro devono rendere pubblici i dati ai terzi, per fare in modo di rendere consapevoli i terzi dello stato di salute dell’azienda.
Questo in quando ove ci fossero perdite ripetute e consistenti, allora l’imprenditore deve intervenire per chiudere le perdite e poter continuare ad esercitare l’attività economica senza dover per forza mettere in liquidazione la società.
Per rendere pubblici i dati di bilancio, la S.r.l. deve prendere i dati dalla contabilità e raggruppare tutte le voci di bilancio in gruppo prestabiliti dalla IV Direttiva CEE del 1978 in specifiche voci in modo da rendere omogenei e comparabili i dati tra le varie S.r.l. .
Praticamente è una norma europea che impone alle S.r.l. di raggruppare le voci di bilancio in specifiche categorie.
Dunque, ricordati che ogni software contabile imposta il bilancio contabile un po’ a suo modo, ma poi è nostro ruolo, come contabili, catalogare i dati in macrocategorie che è stato imposto dalla IV Direttiva CEE del 1978 per rendere comparabili i dati pubblici di bilancio delle S.r.l. che vanno inviati in Camera di Commercio.
Lo Stato patrimoniale
Lo Stato patrimoniale è un rendiconto della situazione patrimoniale e finanziaria della società.
| ATTIVO | PASSIVO |
| A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti | A) Patrimonio netto |
| Totale crediti verso soci per versamenti ancora dovuti (A) | I – Capitale. |
| B) Immobilizzazioni | IV – Riserva legale. |
| I – Immobilizzazioni immateriali | V – Riserve statutarie |
| II – Immobilizzazioni materiali | IX – Utile (perdita) dell’esercizio. |
| III – Immobilizzazioni finanziarie | |
| Totale immobilizzazioni finanziarie | Totale patrimonio netto (A) |
| C) Attivo circolante | B) Fondi per rischi e oneri |
| I – Rimanenze | Totale fondi per rischi ed oneri (B) |
| II – Crediti | C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato. |
| III – Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni | |
| IV – Disponibilità liquide | D) Debiti |
| Totale attivo circolante (C) | Totale debiti (D) |
| D) Ratei e risconti | E) Ratei e risconti |
Quando viene redatto si ottiene una fotografia, in un determinato istante, delle attività e delle passività dell’impresa.
Semplificando lo si può intendere come un grande inventario dei beni dell’impresa e contemporaneamente dei diritti vantati su questi beni da parte dei soggetti che hanno un interesse all’interno dell’impresa.
Volendo schematizzare quanto detto in precedenza in una tabella a sezioni contrapposte, troveremo il tutto in due macro-voci:
- l’attivo: dove troveremo i beni;
- il passivo: dove saranno inserite le fonti di finanziamento
I beni presenti nell’attivo sono le proprietà nell’azienda, ma ci sono dei soggetti che vantano dei diritti su questi beni e l’azienda potrebbe trovarsi in una situazione in cui ha necessità di liquidare questi beni e darli a questi soggetti.
Possiamo affermare pertanto che l’azienda si trova in una posizione passiva nei confronti di questi soggetti.
Fatta questa precisazione, possiamo analizzare ora le singole voci che compongono l’attivo e il passivo, ovvero com’é composto lo stato patrimoniale secondo la IV direttiva CEE.
La IV direttiva CEE non è altro che il regolamento che ha previsto uno standard comune per rappresentare il nostro stato patrimoniale (il bilancio, poi, dovrà essere depositato telematicamente in Camera di Commercio).
Le voci dell’attivo secondo la IV direttiva CEE
Nell’attivo possiamo distinguere quattro macrocategorie che vengono identificate attraverso le lettere maiuscole dell’alfabeto.
A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti
In questa macro-classe sono inseriti i crediti che ha la società nei confronti dei soci.
Questi crediti possono essere identificati come quei versamenti di capitale ancora dovuti da parte dell’azionista.
Questa situazione si verifica quando il capitale sociale risulta sottoscritto ma solo parzialmente versato, in questo caso, quindi, la società ha un credito nei confronti dell’azionista.
Non sempre questa voce è movimentata, perché spesso i soci versano tutto il capitale per il quale si sono impegnati a finanziare l’impresa.
Può capitare, però, che un socio abbia sottoscritto una quota del capitale sociale, abbia versato un importo, ma debba ancora versare un residuo ed è proprio in questo caso che si accende un credito nei confronti della società.
B) Immobilizzazioni
A differenza dei crediti verso soci, che sono dei soldi che l’impresa si aspetta di ricevere, le immobilizzazioni sono dei beni che possono avere diversa natura, e sono fungibili.
Per “fungibili” si intende che possono essere utilizzati per produrre beni o servizi, sono i cosiddetti beni strumentali.
Quindi, all’interno di questa macrocategoria non rientrano tutte le risorse destinate ad essere utilizzate in maniera durevole nell’ambito dell’attività di impresa.
Queste risorse possono essere classificate in diversa maniera in base alla loro natura, distinguiamo pertanto:
- immobilizzazioni immateriali: sono tutti quei beni che hanno natura intangibile, come marchi, brevetti, licenze. Questi beni derivano soprattutto dall’utilizzo di forme di capitale intellettuale, non sono tangibili e questo si dice che hanno natura immateriale.
- immobilizzazioni materiali: ovvero i beni tangibili che l’impresa ha comprato per esercitare la propria attività produttiva ad esempio i macchinari, i fabbricati, gli impianti.
- immobilizzazioni finanziarie: tra le quali rientrano le partecipazioni detenute in altre società, in crediti verso le altre imprese ed eventuali titoli diversi dalle partecipazioni come ad esempio le obbligazioni.
Non sono nient’altro che delle quote che la società detiene in altre società, perché magari sono strategiche per la sua attività, perché fanno parte di un gruppo societario o perché l’azienda nel tempo ha deciso di investire in altre aziende.
C) Attivo circolante
All’interno di questa macrocategoria rientrano tutte quelle attività a breve termine, ossia quei beni che non sono destinati a rimanere a lungo all’interno dell’azienda.
In questo raggruppamento, si trovano le seguenti componenti:
- le rimanenze o scorte: possiamo avere rimanenze di materie prime, semilavorati o prodotti finiti.
Le prime vengono utilizzate direttamente per la produzione, i semilavorati devono ancora terminare il ciclo produttivo, e i prodotti finiti che vengono stoccati in magazzino e venduti l’anno successivo.
- i crediti: sono di diritti che l’azienda vanta nei confronti dei propri clienti. Il credito sorge nel momento in cui la merce viene consegnata, viene emessa fattura ed il cliente non ha ancora pagato.
- attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni: che non vanno confuse con le immobilizzazioni finanziarie perché le immobilizzazioni finanziarie sono partecipazioni in altre società. Le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono invece degli impieghi di liquidità, come ad esempio dei crediti che sono esigibili nel lungo periodo a titolo di caparre per contratti di locazione o utenze.
Rientrano in questa voce tutti gli investimenti che l’azienda fa, ad esempio, in Bot o Btp. Non si tratta di immobilizzazioni, perché non sono fungibili e, quindi, non utili per la produzione.
- disponibilità liquide: ovvero la cassa, il denaro sul conto corrente, gli assegni, in poche parole sono i soldi liquidi di cui l’azienda dispone.
D) Ratei e risconti attivi
Qui vengono inseriti i ricavi di competenza dell’esercizio realizzabili in esercizi successivi, oppure di costi sostenuti nell’esercizio, ma di competenza degli esercizi successivi.
A tal proposito si parla di scritture di rettifica.
Questo succede perché alla fine dell’anno, visto che l’azienda continua a funzionare, ci sono delle operazioni che sono a cavallo tra un anno e l’anno successivo.
Per rappresentare questa tipologia di operazioni si segue il principio della competenza economica, secondo il quale va inserito in bilancio tutto ciò che è di competenza di quell’anno e rinviare al futuro esercizio ciò che non è di competenza dell’esercizio in chiusura.
Ma se si tratta di costi o ricavi, allora perché li troviamo tra i crediti dello stato patrimoniale?
Per comprendere questo meccanismo dobbiamo distinguere tra:
- Ratei attivi: essi rappresentano un’entrata futura, relativa a ricavi già maturati ma non ancora riscossi, si configura anche come un credito nei confronti della controparte che ci deve ancora pagare, ma ha già iniziato a beneficiare dei beni o servizi prestati.
Un esempio di rateo attivo può essere rappresentato dagli interessi attivi che l’azienda ha registrato su Bot o Btp.
Quindi, sono già maturati, ma l’azienda non li ha ancora incassati.
La cedola che l’azienda ottiene dall’investimento in un Bot verrà pagata l’anno successivo, ma, una parte di quella cedola, è di competenza dell’anno in cui è stato fatto l’investimento, pertanto, l’azienda registra l’acquisto nell’anno in cui è stato fatto l’investimento ed anche la quota di interesse di competenza.
- Risconti attivi: rinviano al futuro una quota di costi non ancora maturati, ma già pagati; pertanto, rappresentano anch’essi dei crediti per servizi non ancora goduti dalla nostra impresa, ma già pagati.
Un esempio di risconto attivo può essere un premio assicurativo che, è già stato pagato, ma è di durata annuale.
Le voci del passivo secondo la IV direttiva CEE
Come detto in precedenza, qui troviamo i diritti che alcuni soggetti vantano sui beni dell’azienda. Anche il passivo si compone di cinque macrocategorie identificate dalle lettere maiuscole dell’alfabeto.
A) Patrimonio netto
Rappresenta il patrimonio dei soci, ovvero quei soggetti che hanno investito denaro nella società. È dato dalla somma del capitale sociale, l’utile e le riserve.
In sostanza esso rappresenta le forze interne sulle quali la società può contare quando ha bisogno di fondi, senza ricorrere all’indebitamento. Il patrimonio netto si compone delle seguenti voci:
- Capitale sociale: che rappresenta il valore dei conferimenti sottoscritti dai soci, è il vero e proprio capitale della società.
- Le riserve: sono uno strumento di cui l’azienda dispone per accantonare risorse e tutelarsi in caso si verifichino perdite d’esercizio o eventi negativi.
- L’utile o perdita d’esercizio: ossia quanta ricchezza l’impresa ha saputo generare o distruggere nell’anno di riferimento grazie alla propria struttura di impieghi e fonti.
B) Fondi per rischi ed oneri
Serve all’azienda per coprirsi da eventuali perdite future. L’azienda costituisce un fondo di protezione verso perdite future.
C) TFR (trattamento di fine rapporto)
Questa voce raccoglie le trattenute effettuate dalla società per conto dei propri dipendenti per costituire la cosiddetta liquidazione o trattamento di fine rapporto.
D) Debiti
in questa voce rientrano tutti i tipi di debito in base alla fonte di provenienza. I principali soggetti verso i quali l’impresa può contrarre debiti sono il pubblico, i soci, le banche, i clienti, i fornitori e lo Stato.
E) Ratei e risconti passivi
Se con riferimento ai ratei e risconti attivi si parlava di crediti, quando parliamo di ratei risconti passivi facciamo riferimento ai debiti.
Distinguiamo pertanto:
- Ratei passivi: tengono conto di uscite future relative a costi già maturati, ma non ancora liquidati
- I risconti passivi: rinviano al futuro una quota di ricavi non ancora maturata ma già incassati.
Questo illustrato è tutto lo stato patrimoniale, che, come detto in precedenza, può essere rappresentato come un inventario complessivo dei beni e dei diritti vantati su questi beni. Passiamo ora ad esaminare il conto economico.
Il Conto economico
Il conto economico è un prospetto che evidenzia la composizione e l’ammontare del risultato economico conseguito dall’impresa al termine dell’esercizio e si ottiene dalla differenza tra i ricavi conseguiti e i costi sostenuti.
Il prospetto in forma scalare, riassume tutto ciò che è successo durante l’anno dal punto di vista economico, mettendo in evidenza l’utile o la perdita dell’esercizio.
| A) Valore della produzione: |
| 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni |
| 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti |
| 3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione |
| 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni |
| 5) altri ricavi e proventi |
| B) Costi della produzione: |
| 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci |
| 7) per servizi |
| 8) per godimento di beni di terzi |
| 9) per il personale: |
| 10) ammortamenti e svalutazioni: |
| 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci |
| 12) accantonamenti per rischi |
| 13) altri accantonamenti |
| 14) oneri diversi di gestione |
| Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) |
| C) Proventi e oneri finanziari: |
| Risultato prima delle imposte (A – B + – C + – D) |
| 15) imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate |
| 16) Utile (perdita) dell’esercizio |
Analizziamo adesso ogni singolo elemento che compone il conto economico secondo il formato della IV direttiva CEE.
A) Valore della produzione
All’interno di questa voce rientra tutto ciò che l’azienda ha creato attraverso il suo processo produttivo. Vi troviamo sia i ricavi che le rimanenze.
1) I ricavi delle vendite e prestazioni non sono altro che il frutto della vendita dei beni prodotti o dei servizi resi.
2) Le varie azioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti. Queste categorie di beni non si sono ancora trasformati in ricavi e sono rimasti stoccati in magazzino.
L’azienda per inscrivere questo valore in bilancio deve calcolare se, il magazzino di prodotti finiti e semilavorati, è aumentato oppure diminuito.
Se è aumentato vuol dire che l’azienda ha creato più valore nell’anno dalla produzione, se è diminuito vuol dire che la produzione è stata inferiore rispetto a quella dell’anno precedente e si sono utilizzati dei prodotti che erano già in magazzino e che sono stati venduti, quindi non sono produzioni di quest’anno.
3) Variazione dei lavori in corso su ordinazione.
Vale lo stesso ragionamento fatto per le rimanenze dei prodotti in corso di lavorazione.
4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni.
Sono dei lavori che l’azienda fa ”in economia” ovvero l’azienda utilizza la propria forza lavoro per fare ad esempio una miglioria ad un impianto.
5) Altri ricavi e proventi.
B) Costi della produzione
I costi della produzione possono essere suddivisi nelle seguenti sottocategorie
6) Costi per materie prime.
Sono i costi che l’azienda sostiene per l’acquisto delle materie prime da immettere nel ciclo produttivo.
7) Per servizi.
Sono i costi che l’azienda sostiene per avviare il ciclo produttivo ad esempio l’energia elettrica, il gas o anche servizi resi da professionisti esterni all’azienda.
8) Per godimento di beni di terzi.
Sono ad esempio i costi sostenuti dall’azienda per un affitto.
9) Per il personale.
Sono tutti i costi relativi alla forza lavora impiegata dall’azienda.
10) Ammortamenti e svalutazioni.
L’ammortamento rappresenta una quota del costo di un bene da ripartire in più esercizi, secondo la durata utile del bene stesso. All’interno delle svalutazioni invece troviamo ad esempio la perdita di valore di un credito o di un bene durevole.
11) Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie di consumo e merci.
In questa voce sono presenti il valore delle materie prime che devono ancora entrare nel processo produttivo.
Anche qui bisogna comprendere se nell’anno sono state utilizzate delle materie prime dell’anno precedente, oppure l’azienda ha acquistato materie prime nell’anno ma non le ha utilizzate tutte e le ha stoccate in magazzino.
Quindi, è una voce di rettifica del magazzino di materie prime.
Per comprendere meglio facciamo un esempio: se ho comprato 100 di materie prime ma ne ho utilizzate solo 80 nell’anno e venti le ho stoccate, allora devo rettificare questa voce di costo, perché il costo che ho prodotto nel corso di quell’anno non è 100 ma è 100 – 20 di materie prime che mi sono rimaste in magazzino. Questo è il funzionamento di questa voce. |
12) Accantonamenti per rischi.
Questa voce comprende eventuali costi previsti per il futuro.
13) Altri accantonamenti.
Le voci 12 e 13 possono essere analizzate contemporaneamente, dobbiamo comprendere soltanto il principio contabile che farà classificare un accantonamento in un modo piuttosto che in un altro.
In sostanza si tratta di una somma di denaro destinata dalla società a coprire dei rischi futuri che andrà poi alimentare un apposito fondo.
14) Oneri diversi di gestione.
Sono iscritte le componenti negative di reddito che non trovano posto nelle voci precedenti virgola che non hanno natura finanziaria né straordinaria e che non sono relative alle imposte sul reddito.
La differenza tra le componenti della lettera A e le componenti della lettera B ci dà il risultato della gestione operativa o caratteristica dell’impresa. Otteniamo pertanto il cosiddetto reddito operativo.
Attraverso questo risultato è facile comprendere se l’azienda è stata gestita in maniera tale che i ricavi siano superiori ai costi.
C) I proventi ed oneri finanziari
In questa categoria vanno inseriti tutti quei proventi e gli oneri che vengono generati dalla gestione finanziaria dell’azienda che possono derivare da partecipazioni, interessi e altri oneri finanziari come, ad esempio, interessi passivi su mutui e le spese bancarie.
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie
Questa è un’altra componente di natura finanziaria e contiene tutte quelle variazioni in aumento o in diminuzione degli investimenti finanziari.
Dalla somma algebrica delle macrocategorie finora analizzate otteniamo il risultato ante imposte, ovvero un risultato che non è ancora influenzato dal carico fiscale.
Sottraendo poi a questo valore le imposte sul reddito dell’esercizio si ottiene poi l’utile o la perdita. In estrema sintesi questo e il conto economico, ossia il documento del bilancio che raccoglie i fatti economici che sono avvenuti durante l’esercizio all’interno dell’azienda scomponendoli in voci di ricavo di costo.
Qual è l’obiettivo del Conto Economico?
L’obiettivo del conto economico è quello di mettere in risalto il risultato economico della gestione.
La forma scalare del conto economico, infatti, permette di mettere in evidenza due tipi di risultati:
- il reddito operativo che ci permette di capire se l’azienda, grazie alla sua gestione operativa, ha generato dei ricavi maggiori dei costi.
- Il risultato ante imposte che ci aiuta a comprendere se la gestione operativa ha creato un valore tale da riuscire anche a coprire la gestione finanziaria dell’impresa prima di pagare le imposte.
Tutte queste informazioni sono contenute nel conto economico da analizzare per capire come è andata l’azienda nel corso dell’anno dal punto di vista della sua gestione economica.
Qual è l’obiettivo dello Stato Patrimoniale?
Lo stato patrimoniale è meno intuitivo rispetto al conto economico.
Essenzialmente lo stato patrimoniale della S.r.l. è come se fosse un contenitore di tutti i rapporti giuridici che ha un essere la S.r.l. .
Nell’attivo ci sono tutti i beni di proprietà della società. Beni che possono essere sia materiali sia immateriali.
Mentre nel passivo ci sono tutte le fonti di finanziamento, che in sostanza si suddividono in debiti che ha la S.r.l. e anche gli utili che questa ha accantonato nel corso del tempo. Di sicuro queste definizioni di conto economico e stato patrimoniale non sono esaustivi, ma non preoccuparti, perché dedicherò i futuri articoli ad approfondire questi due strumenti del bilancio e di come utilizzarli per comprendere lo stato di salute della tua S.r.l. per guidarla verso maggiori utili.
Conclusioni
Caro collaboratore, per ora mi fermo qui 😊 a questa panoramica generale, riservandomi di ritornare sulle varie voci per approfondire.
Se vuoi rimanere in contatto con me per sapere quali settori nel mio studio commerciale sono disponibili, e per provare un test di collaborazione, puoi iscriverti al blog tramite il popup che ti appare mentre navigi su qualche articolo del blog (aspetta almeno 30 secondi).
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Saprai come integrare la collaborazione con me con la tua vita in modo da avere tempo libero per gestire al meglio la tua famiglia oppure qualsiasi tua esigenza personale.
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