Gli aspetti contabili del fido e del factoring

Ciao, in questo articolo riprenderemo il discorso, affrontato già in precedenza, relativo al modo in cui le imprese (soprattutto le S.r.l., su cui, come ricordo sempre, sono focalizzato) riescono a dotarsi delle risorse necessarie per sostenere il business ed anche per farlo crescere per guadagnare di più 😊.

Come visto in precedenza, gli strumenti disponibili sono svariati.

Alcuni hanno dietro di sé una lunga tradizione (fidejussione, mutuo, fido, ecc.…), altri hanno un’origine più recente e nomi anglofoni (si pensi al crowdfunding, all’escrow, al factoring) ma, in sostanza, hanno tutti la medesima finalità: fornire liquidità all’azienda.

In questo articolo mi focalizzerò su due fonti di finanziamento “tradizionali”, una di breve e l’altra di lungo termine, ossia la fidejussione bancaria e il mutuo passivo.

In più aggiungerò anche l’analisi di una “new entry” chiamata con il termine anglosassone escrow account.

Se vuoi un approfondimento sulla classificazione delle fonti di finanziamento ed avere un quadro completo sul discorso ti invito ad integrare la lettura di questo articolo con il precedente.

Ora procediamo spediti verso l’obiettivo senza dilungarci ulteriormente.

La rilevazione contabile del fido o apertura di credito in conto corrente

Prima di analizzare i suoi aspetti contabili, diamo una definizione di apertura di credito in c/c riportando quanto indicato dal c.c. art. 1842:

l’apertura di credito in c/c è definita come il contratto con il quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell’altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato”.

L’apertura di credito in c/c rappresenta la forma più diffusa di finanziamento bancario a breve termine e consiste nel mettere a disposizione della società le risorse finanziarie da utilizzare con dei limiti prestabiliti del fido accordato e ad un determinato tasso d’interesse.

Viene stipulato un contratto tra la banca e la società con il quale l’istituto di credito stabilisce il quantum del fido, ovvero l’importo del massimo scoperto che sarà riconosciuto alla società. In base a questo contratto, quindi, la società può usufruire delle risorse finanziarie di cui necessita nei limiti del cuscinetto messo a sua disposizione.

È uno strumento di finanziamento flessibile, perché dà la possibilità alla società di usufruire facilmente, e rapidamente, delle risorse finanziarie in caso di carenza di liquidità mediante le diverse modalità (prelievo, emissione assegni, bonifici, etc.).

Analizziamo questa operazione in termini economici.

L’operazione, infatti, può generare sia dei proventi che degli oneri:

  • Interessi, attivi e passivi;
  • Commissioni sul massimo scoperto applicate in caso di utilizzazione del fido sull’importo più alto utilizzato nel periodo di riferimento;
  • Spese spettanti alla banca per la gestione del c/c;
  • Imposta di bollo sugli estratti conto.

Fatta questa premessa possiamo osservare l’operazione dal punto di vista contabile.

Trattandosi di una forma di finanziamento indiretta, nel momento in cui viene concessa, non viene fatta alcuna scrittura in contabilità generale.

Saranno oggetto di rilevazione contabile solo le operazioni con le quali si utilizza il fido e si liquidano, in via trimestrale, più interessi e spese.

Per meglio comprendere le scritture contabili da eseguire in questa fase possiamo contestualizzarle e vederle tramite un semplice esempio.

“In data 18 settembre 2021 la banca X concede alla società XXX S.r.l. un’apertura di credito in c/c dall’importo di 50.000,00 €. In data 20 settembre la società utilizza il fido per 20.000,00€ per pagare un fornitore attraverso un bonifico bancario. In data 31 dicembre si riceve estratto conto trimestrale per l’apertura di credito in c/c dove vengono addebitati interessi passivi per 2.000,00 € e spese e commissioni per 800,00 €”.

L’ottenimento non è rilevante ai fini contabili.

Utilizzo del fido

DATACONTODAREAVERE
20/09/21Debiti v/fornitori50.000 € 
 Banca c\c 50.000 €

Quando il cuscinetto, messo a disposizione dalla banca, viene utilizzato dalla società si rileva una variazione finanziaria passiva registrata in avere nel conto Banca c\c corrispondente ad un aumento dei debiti di finanziamento e, contemporaneamente, si rileva una variazione finanziaria attiva in dare per la diminuzione del debito verso il fornitore.

Addebito degli oneri finanziari

DATACONTODAREAVERE
31/12/21Interessi passivi su c/c 2.000 € 
 Oneri e comm.su fin.banca    800 € 
 Banca c\c 2.800 €

Qui vengono rilevate due variazioni economiche negative in dare; una relativa agli interessi passivi ed un’altra relativa agli oneri e commissioni sui finanziamenti bancari. In contropartita troveremo una variazione finanziaria passiva con l’addebito di questi costi direttamente sul conto corrente bancario.

La rilevazione contabile del factoring         

Il factoring permette di smobilizzare crediti verso clienti mediante un pagamento anticipato da parte di una società denominata Factor, che assume l’impegno alla riscossione dei crediti stessi e, a volte, ne garantisce anche il buon fine.

Con il contratto di factoring, un imprenditore cede alla società di factoring una parte o la globalità dei crediti.

La cessione può avvenire attraverso due modalità:

  • pro soluto: con l’assunzione da parte di Factor del rischio dell’insolvenza;
  • pro solvendo: il rischio dell’insolvenza rimane in capo ai debitori ceduti.

Nel primo caso, Factor si obbliga a pagare i crediti alla scadenza, garantendo all’imprenditore la certezza dell’incasso.

Nel secondo caso, Factor si obbliga a pagare i crediti all’impresa cedente solo se il debitore assolve al proprio adempimento.

Essendo un’operazione di finanziamento, la stessa comporta dei costi.

Vediamo insieme quali sono:

  • la percentuale che Factor ottiene come corrispettivo per il servizio reso risponde ad una percentuale che va dal 0,5 all’1,5% del valore nominale dei crediti;
  • interesse, nel caso in cui Factor anticipa i crediti ceduti.

Questa tipologia di operazione ha un importante vantaggio, perché l’imprenditore riesce ad ottenere un’anticipazione delle somme di cui è creditore senza ricorrere all’indebitamento bancario, la cui erogazione richiede idonee garanzie.

In base al momento in cui vengono anticipate ed accreditate le somme distinguiamo due tipologie di factoring:

  • Maturity factoring: quando il credito è ceduto a Factor, lo riscuote e provvede ad accreditarlo sul conto corrente della società al netto delle spese di incasso, tutto questo solo alla scadenza;

Conventional factoring: quando Il credito è ceduto a Factor e contestualmente lo stesso accredita all’importo sul conto corrente della società.

Il maturity factoring

Con questa tipologia di factoring l’imprenditore si vedrà accreditato l’importo dei crediti ceduti a Factor soltanto quando lo stesso li avrà incassati effettivamente dal cliente.

Factor non assume il rischio del mancato buon fine ed accredita l’importo spettante al netto di commissioni solo alla scadenza.

Contestualizziamo il tutto con un classico esempio:

“In data 22 luglio la società XYZ S.r.l. ha ceduto a Factor S.p.a. crediti commerciali per un importo di 300.000 €. Le condizioni sono le seguenti: credito alla scadenza 30 agosto previo incasso, commissioni i factoring 1% da calcolare sulle somme cedute”.

Nel momento in cui viene stipulato il contratto di factoring, non viene effettuata nessuna rilevazione in contabilità generale, ma se si vuole tenere memoria di questa operazione è possibile registrarla nei conti d’ordine.

DATACONTODAREAVERE
22/07/21Crediti ceduti al Factor300.000 € 
 Società di factoring c/ crediti ceduti 300.000 €

Nel momento in cui vengono liquidate le commissioni di incasso, la società di factoring provvede ad emettere una vera e propria fattura, che sarà registrata in contabilità generale nel seguente modo:

DATACONTODAREAVERE
22/07/21Commissioni di factoring3.000 € 
 Iva ns credito660 € 
 Debiti verso società di factoring 3.660 €
22/07/21Debiti verso società di factoring3.660 € 
 Banca c/c 3.660 €

Alla scadenza, la società di factoring accredita sul conto corrente bancario i crediti riscossi per conto della società; la corrispondente scrittura in contabilità andrà, pertanto, a chiudere il credito verso il cliente che era stato ceduto alla società di factoring.

DATACONTODAREAVERE
30/08/21Banca c/c300.000 € 
 Crediti v/clienti 300.000 €

Infine, se abbiamo movimentato i conti d’ordine, procediamo alla loro chiusura facendo una scrittura al posto di quella precedente.

Il conventional factoring

Nel conventional factoring, Factor concede un finanziamento pari all’80% del credito ceduto, mentre il restante 20% viene riconosciuto solo alla scadenza del credito.

Questa differenza, tra il valore nominale del credito e l’importo anticipato, assume una funzione di garanzia per eventuali mancati pagamenti.

Viene accreditato all’impresa l’importo del credito al momento della cessione, con rivalsa, ed il rischio di insolvenza resta in capo all’impresa.

Il conventional non factoring può avere clausola pro soluto o pro solvendo.

Andiamo ad analizzare le scritture contabili da effettuare in entrambi i casi, calando il tutto in un esempio pratico.

Factoring pro solvendo

“In data 1° marzo la società XYZ S.r.l. ha ceduto a Factor S.p.a. crediti commerciali alle seguenti condizioni: clausola pro solvendo, accredito pari all’80% del valore dei crediti al netto di una commissione del 2%, liquidazione periodica degli interessi al tasso del 6%. Il credito ceduto e di un ammontare pari a 120.000 € con scadenza il 11 aprile in particolare 100.000 € sono crediti vantati verso il cliente A esigibili alla scadenza, mentre 20.000 € sono crediti vantati verso il cliente B e sono inesigibili alla scadenza. In data 21 marzo le fatture sono presentate al Factor che accredita l’importo sul c/c ed in data 31 marzo liquida gli interessi relativi a questa operazione”.

Calcolo del credito anticipato e delle commissioni di factoring

Anticipo lordo120.000 € x 80% = 96.000
Commissioni di factoring120.000 € x 2% = 2.400 €

Rilevazione anticipata del credito ceduto

DATACONTODAREAVERE
21/03/21Commissioni di factoring2.400 € 
 Crediti verso Factor21.600 € 
 Banca c/c96.000 € 
 Crediti v/clienti 120.000 €

Le commissioni di factoring danno origine ad una variazione economica negativa rilevata in dare.

Successivamente viene rilevato l’importo effettivamente anticipato da Factor, pari all’80% dei crediti, che dà origine ad una variazione finanziaria attiva con l’accredito sul conto corrente bancario della società rilevato sempre come segno dare.

La scrittura prosegue con la rilevazione del credito residuo al netto delle commissioni di factoring che verrà accreditato sul conto corrente della società soltanto alla scadenza.

Si conclude, poi, con una variazione finanziaria passiva con la chiusura del credito vantato verso il cliente A e verso il cliente B.

Calcolo e liquidazione degli interessi passivi per l’anticipo erogato

Interessi=(120.000 € × 6 ×10)/36.500=197,26 € 

C = è il capitale ovvero l’ammontare totale del credito (120.000 €)

r = è il tasso d’interesse (6%)

t = è il tempo dal 21 marzo al 31 marzo (10 giorni)   

DATACONTODAREAVERE
31/03/21Interessi passivi su factoring197,26 € 
 Crediti verso Factor 197,26 €

A scadenza, i crediti vantati verso il cliente A vanno a buon fine e viene accreditato il restante 20% residuo ovvero 100.000 € x 20% = 20.000 €

DATACONTODAREAVERE
10/04/21Banca c/c20.000 € 
 Crediti verso Factor 20.000 €

Successivamente  Factor comunica che i crediti vantati verso il cliente B non sono andati a buon fine.

Riportiamo di seguito i dati relativi:

Credito cliente B20.000 €
Commissioni di factoring20.000 € x 80% = 16.000 €
Accredito a scadenza residuo20.000 € x 20% = 4.000 €

Si procederà, quindi, a riaprire il credito vantato verso il cliente rilevando una variazione finanziaria passiva in avere, una variazione finanziaria attiva per la diminuzione dei crediti verso la società di factoring (vedi il dettaglio dei calcoli in basso) e, infine, una variazione finanziaria passiva per l’uscita di banca rilevata per differenza.

Calcoli saldo Crediti verso Factor

Interessi = (120.000 € × 6 × 11)/36.500=216,98 €

Credito iniziale21.600 €
Interessi al 31/03– 197,26 €
Interessi al 11/04– 216,98 €
Residuo credito cliente A– 20.000 €
Totale1.185,76 €

Rilevazione contabile

DATACONTODAREAVERE
21/03/21Crediti v/clienti 4.000 €
 Crediti verso Factor1.185,76 € 
 Banca c/c2.814,24 € 

Factoring pro soluto

“In data 1° marzo la società XYZ S.r.l. stipula un contratto di factoring per la cessione di crediti pari a 400.000 €. Factor accredita il 90% dell’importo. Sono calcolati commissioni per 2.000 € ed interessi per 4.000 €. il credito scade il 30 marzo”.

Accredito anticipato del totale

400.000 € x 90% = 360.000 €

400.000 € x 10% = 40.000 €

DATACONTODAREAVERE
01/03/21Banca c/c360.000 € 
 Crediti verso Factor40.000 € 
 Commissioni di factroing2.000 € 
 Interessi passivi su factoring4.000 € 
 Crediti v/clienti 400.000 €

Anche in caso di insolvenza, alla scadenza viene accreditato il 10% residuo del credito

DATACONTODAREAVERE
30/03/21Banca c/c40.000 € 
 Crediti verso Factor 40.000 €

Anche in caso di insolvenza, alla scadenza viene accreditato il 10% residuo del credito.

Con questa clausola Factor non può esercitare il diritto di regresso ed assume il rischio d’insolvenza per l’esito dei crediti; questo giustifica un costo di commissioni più elevato.

Conclusioni

Grazie a questo articolo hai ripassato (o hai imparato, se non sei contabile) le scritture contabili relative alle  forme di finanziamento del fido bancario e del factoring.

E, grazie agli esempi, sono certo che sarai prontissimo a registrare queste tipologie di operazioni contabili senza più alcun dubbio 😊.

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