Consigli pratici su come creare (e come essere membro di) un team vincente per un business online

Ciao, questo nuovo articolo del blog è tratto da un video “Come creare un TEAM per un Business Online” pubblicato su YouTube da un Guru degli online marketer: 

Big Luca è, appunto, un online marketer italiano che si rivolge agli imprenditori o aspiranti tali fornendo informazioni e consigli che dovrebbero portarli a guadagnare un sacco di soldi.

Tra le tante cose, ha pubblicato un video su YouTube in cui spiega come selezionare i collaboratori.

È un video che si rivolge agli imprenditori, ma può essere molto utile ai potenziali collaboratori per comprendere cosa effettivamente vuole, cosa concretamente cerca e cosa, probabilmente analizzerà, chi sta selezionando i componenti del proprio team di lavoro e si trova tra le mani il tuo CV.

Ho deciso di condividere i punti principali di questo video, ovviamente citando la fonte, confrontandoli alla luce della mia personale esperienza.

Ricordo, infatti, che il mio Studio online è nato ben prima dello smartworking da emergenza COVID19, quindi ritengo, con ragione, di avere voce in capitolo 😊

La selezione dello staff

Prima di addentrarmi nell’argomento faccio un piccolo passo indietro.

Quando si avvia un business è difficile che si parta con uno staff.

Tutto si centra sull’imprenditore.

È l’imprenditore che pensa, decide ed agisce. Quando, poi, il business prende il via ecco che occorre cominciare a pensare di delegare dei compiti.

Ed ecco che si pongono due problemi: cosa delegare e a chi.

I primi consiglio di Big Luca, che condivido sono questi:

Prima cosa: dovete assumere, per assumere intendo collaborare o, comunque, circondarvi di persone che vengono selezionate per il talento e la fame, non per forza per le competenze tecniche” e “prima di tutto l’abilità di dissimularsi, di essere sagaci e un’abilità di problem solving”.

Avere conoscenze tecniche del settore in cui si collabora è, ovviamente, positivo.

Ma non è fondamentale.

Se si ha talento, si hanno capacità, si è mossi dall’intenzione di crescere e di spiccare e, ultimo ma non ultimo, si ha necessità di avere un reddito le scarse conoscenze tecniche iniziali verranno rapidamente colmate con l’esperienza successiva.

Oltre a ciò, va tenuto conto del fatto che le conoscenze tecniche non hanno valenza erga omnes.

Faccio un esempio: un dottore commercialista con una vasta conoscenza teorica del Fisco delle S.p.A. è difficile che possa rivelarsi utile ad un imprenditore committente che gestisce il proprio business tramite una S.r.l. .

Per realizzare con successo il proprio business sì, ha bisogno.

La capacità di problem solving, poi, è fondamentale.

Un collaboratore non deve sostituirsi all’imprenditore e, di certo, deve periodicamente rendicontarlo su ciò che sta accadendo nella sua azienda.

Ma deve essere in grado di prendere decisioni in autonomia, in modo da non bloccare la macchina del business solo perché non si è sicuri del testo di una e-mail e l’imprenditore ha il telefono staccato perché, ad esempio, è in riunione.

Chiunque può imparare ad usare un gestionale.

Basta leggere le istruzioni avere memoria e provare una, due, tre volte.

Ciò che è basilare è avere l’arguzia (il talento, come lo definisce big Luca) di intervenire per smuovere una situazione incagliata qualora si presenti questa necessità.

È però necessario che l’imprenditore, a sua volta, sia collaborativo.

Cosa intendo?

Gli errori dei collaboratori

Il video di Big Luca mi ha portato ad un paio di altre considerazioni.

Ecco la prima. Chi lavora può sbagliare! E questo è certo.

E chi viene delegato, ha autonomia decisionale, può sbagliare ancora più degli altri membri dello staff, quelli operativi.

Logicamente non esiste un “diritto all’errore”, ma la possibilità che, lavorando, si sbagli è dietro l’angolo.

Se l’errore non è frutto di negligenza, di pressapochismo, di pigrizia o svogliatezza non bisogna puntare il fucile contro il collaboratore ma bisogna, passato il momento di ovvia arrabbiatura, cercare insieme una soluzione e invitare il collaboratore a ricordarsi dell’accaduto in modo da non ricascare nel medesimo svarione (per questi casi ho coniato la frase “buono per il futuro” 😉).

Ecco qual è il ruolo attivo dell’imprenditore: ricordarsi delle volte in cui il collaboratore ha azzeccato le scelte togliendogli “le castagne dal fuoco”, non condannarlo senza possibilità di appello ed accertarsi che abbia capito la lezione senza tornare necessariamente sui propri passi e toglierli autonomia.

D’altro canto, il collaboratore deve essere proattivo, imparare dalla lezione e non cadere nell’errore di pensare che l’imprenditore sia un buono che perdona a prescindere.

Ovviamente, come recita un proverbio sgrammaticato “nessuno nasce imparato”.

Si possono avere conoscenze tecniche, conoscenze generali ma non si può conoscere la realtà specifica dell’azienda con cui si instaura un rapporto di collaborazione.

Evitare chi lavora solo per avere un reddito

A parte la fase iniziale della collaborazione, in cui il collaboratore deve “imparare” l’azienda e, quindi non potrà fare altro che seguire l’imprenditore e prendere appunti, c’è un momento in cui il cordone ombelicale deve esser tagliato ed il collaboratore deve dimostrare di essere effettivamente autonomo.

Se non lo è va sostituito, evitando, però, un turn over che farebbe trascorrere mesi senza ottenere risultati.

Se ogni due o tre mesi un collaboratore ritenuto adatto si rivela inadatto evidentemente va rivisto il sistema di reclutamento.

Vanno riviste le domande da porre durante la fase di colloquio, in modo che il candidato si riveli, quantomeno in questa fase teorica, iniziale, di approccio, adatto al 99,99% alla collaborazione.

Quali sono queste domande?

Non cado nell’auto-tranello di fare un elenco.

Ho appena scritto che ciascuna realtà ha le proprie peculiarità, quindi, ciascun imprenditore sa cosa occorra concretamente alla sua impresa.

Il mio consiglio è di evitare chi lavora solo per avere un reddito, a meno che non si tratti di settori in cui non conta chi riveste il ruolo ma il ruolo stesso (come, ad esempio, la gestione delle e-mail, non è importante chi le gestisce, bensì è importante che ci sia un qualcuno con le gestisca).

Nei settori in cui conta chi svolge il ruolo, la sua personalità, è importante che già nel colloquio iniziale sia possibile individuare chi già sa, o è disponibile a comprendere, chi consideri la soddisfazione personale, la possibilità di crescere, la possibilità di esprimersi, di spiccare e di “farsi sentire” all’interno dell’azienda, una parte della remunerazione.

La mania di controllo dell’imprenditore

Un atteggiamento che l’imprenditore deve necessariamente perdere, quando il suo business decolla, è la mania, che a volte è smania se non addirittura (come dice Big Luca) perversione di controllo.

È questa la fase in cui occorre raggiungere il giusto equilibrio tra controllare in modo patologico, malato e cogliere l’occasione di avere delegato parte dell’attività per disinteressarsi completamente di ciò che accade in quel settore.

Quando parlo di controllo malato intendo quello palesemente esagerato che porta, ad esempio, a tenersi strette TUTTE le password e a costringere il collaboratore a telefonare ed aspettare di essere autorizzato per compiere le operazioni più semplici, di ordinaria amministrazione.

Quando si crea un business partendo da zero, lo si vede crescere e decollare ovvio sia difficile accettare l’idea che qualcun altro, seppur voluto da te, seppur scelto da te e con funzione di vice, prenda il timone e governi la nave. Questo è umano. È difficile ma va digerita, con il tempo.

Quindi, un imprenditore sano, che cresce, arriverà prima o poi a questa decisione.

E qui sorge un altro problema nel problema.

Quando sarà stato affrontato e risolto il problema della mania di controllo, saranno stati selezionati i membri dello staff si porrà la necessità di formarli.

Come vanno formati?

Il rischio della formazione sbagliata

In qualsiasi struttura, che sia un’impresa che sia un ente, occorre un regolamento interno che indichi, ad esempio, come nominare i files, dove salvarli, che indichi le varie mansioni e chi le svolge, altrimenti sarebbe caos ed anarchia a svantaggio del business.

Il problema è come devono essere svolte le varie mansioni.

C’è chi si limita a porre un obbiettivo, un risultato e lascia libero il collaboratore di scegliere autonomamente la strada per arrivare alla realizzazione dell’obbiettivo e chi si impunta a imporre anche la strada, gli step da percorrere, le parole ed il tono da usare nelle conversazioni verbali e scritte, senza fare un bagno di umiltà e tenere conto che essere un business man non significa essere un Super Eroe dotato di qualsiasi potere e che, magari, si ha attitudine a investire e a fare soldi ma non anche a  muovere tutto il complesso amministrativo/burocratico/(e in parte anche commerciale (come gli script e la redazione di newsletter accattivanti) che porta a quel determinato risultato.

Quindi, formare sì. ma lasciare anche liberi di come raggiungere un determinato obbiettivo e, nei limiti del possibile, migliorare addirittura il risultato.

I membri dello staff da evitare/eliminare

Non sono solo i collaboratori a poter sbagliare, anche l’imprenditore non è immune da errori.

Se l’errore riguarda la scelta di un membro dello staff si può intervenire in un solo modo: allontanandolo.

I motivi dell’allontanamento possono essere svariati.

Come scritto prima un collaboratore ritenuto teoricamente idoneo si rivela non idoneo nella pratica, oppure un altro collaboratore si rivela più adatto ad un ruolo ed il prescelto iniziale non ci sta ad essere impiegato diversamente, ma ci sono anche altri casi.

Il caso più grave è quello del membro dello staff che mette a repentaglio lo staff stesso con atteggiamenti ambigui che avvelenano, nel tempo, la serenità dei rapporti.

I modi in cui questa ambiguità si manifesta sono svariati, ma il minimo comun denominatore è che l’armonia si spezza a danno dei risultati aziendali.

Quindi, chi fa la vittima, chi tende ad incolpare sempre e solo gli altri, chi sparla, chi punta il dito, chi si impone con modi aggressivi, chi agisce di nascosto (e nelle collaborazioni online, dove tutti lavorano da remoto e se si vuole non ci si fa beccare il rischio è altissimo), chi critica solo per smontare e non per risolvere, chi è intellettualmente disonesto (quello intellettualmente disonesto, di solito, è proprio il soggetto che sta rubando qualcosa), chi si offende per ogni considerazione, chi è patologicamente insicuro, ha bisogno di mille conferme e rallenta il lavoro di tutti, va allontanato.

Senza se e senza ma.

Ciò non significa che le battute scherzose siano bandite e punite con la damnatio memoriae 😊, non siamo in dittatura. Significa che lo spirito di collaborazione deve emergere sempre ed in ogni caso. Soprattutto nel lavoro online.

La “positività laterale” e la “negatività all’insù”

Termino questo articolo con una breve riflessione sulla “positività laterale” e la “negatività all’insù”, di cui parla Big Luca nel suo video.

Le considerazioni belle, motivanti, i complimenti vanno rivolti da te collaboratore a chi è (passatemi l’espressione) di tuo “pari grado” oppure (per ruolo, per tipo di mansione) si posiziona, nella gerarchia aziendale, al di sotto di te.

Le “lamentele”, invece, (e mi riferisco a quelle costruttive, finalizzate a risolvere un problema e non a criticare in modo sterile) vanno rivolte a chi, nella gerarchia aziendale, sta sopra di te.

Ciò proprio perché sono sì lamentele…ma finalizzate a risolvere un problema, a migliorare il profitto aziendale.

Conclusioni

Ora hai a disposizione una bella lista di indicazioni di cosa può passare per la testa di chi prende in mano in tuo CV e ti sta per fare un colloquio e credo di averti fornito alcune personali alcune “dritte” che, sicuramente, ti torneranno utili 😉

Adesso hai conosciuto un aspetto della mia azienda e scoperto come lavoro.

Se vuoi rimanere in contatto con me per sapere quali settori nella mia azienda sono disponibili, e per provare un test di collaborazione, puoi iscriverti al blog compilando il form qui in basso (cliccando sul pulsante).

Verrai aggiornato ogni settimana riguardo gli sviluppi del mio metodo di lavoro e sarai a conoscenza delle opportunità di collaborazione con noi.

Scaricando il manuale, che trovi in questo blog, riceverai ulteriori informazioni per comprendere come gestiremo l’evoluzione del nostro rapporto.

Saprai come integrare la collaborazione con me con la tua vita in modo da avere tempo libero per gestire al meglio la tua famiglia oppure qualsiasi tua esigenza personale.

Se preferisci provare un test insieme a noi puoi scaricare il manuale gratuito messo a disposizione in questo blog, leggerlo e, dopo, provare a candidarti, alle condizioni che trovi all’interno, mettendoti in lista.

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A presto

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